Sulla casa, risposta all’appello dei sindacati inquilini

ristrutturare-casa-672I sindacati inquilini hanno lanciato un appello ai candidati relativamente alla questione della casa, questione esplosiva di cui si parla pochissimo e che invece è centrale e determinante per la vita di milioni di persone.

SUNIA, SICET, UNIAT-UIL e UNIONE INQUILINI, ritengono indispensabile che il nuovo Parlamento ponga il problema dell’abitare tra le priorità da affrontare e per questo chiedono che i candidati alle elezioni della Camera e del Senato, una volta eletti, si impegnino a sostenere:
1) L’ampliamento dell’offerta di abitazioni in affitto compatibile con i redditi della domanda attraverso un piano poliennale, finanziato con un apposito fondo, che preveda programmi con una quota prevalente di edilizia residenziale pubblica a canone sociale integrati da altri interventi di edilizia sociale indirizzati prioritariamente alla locazione.
2) Il contrasto all’ulteriore espansione e consumo del territorio privilegiando l’aumento dell’offerta abitativa in affitto attraverso operazioni di rigenerazione urbana su aree già urbanizzate ed il recupero qualitativo e funzionale del patrimonio abitativo esistente a partire dalle periferie degradate e dai quartieri di edilizia pubblica. Sulla gestione di questo ultimo comparto è necessaria una revisione degli indirizzi e delle finalità di carattere generale e la definizione dei livelli minimi del servizio abitativo e degli standard di qualità per renderla compatibile con gli obiettivi di inclusione sociale e di risposta al disagio abitativo.

Ritengo che i due punti siano assolutamente condivisibili e per quanto mi riguarda, se venissi eletto, il mio impegno non mancherà. Aggiungo altre due considerazioni:
1) Siamo in una situazione di grande criticità: anche in Italia sta per esplodere la bolla immobiliare generata dalla finanza “creativa” ( vera e propria finanza “suicida” che i liberisti continuano però a difendere a spada tratta..): banche e assicurazioni hanno infatti i bilanci gonfiati da patrimoni immobiliari sopravvalutati, stimati sulla base dei valori antecedenti la crisi economica. Una repentina svalutazione di questo patrimonio può generare un effetto domino i cui esiti sono difficili da prevedere, ma sicuramente preoccupanti. E’ dunque necessario porvi riparo con anticipo e non quando la situazione è ormai fuori controllo: una soluzione potrebbe essere quella di immaginare una “rivalutazione sociale degli immobili”. Una forma di assicurazione pubblica sul patrimonio immobiliare che viene data dalla Stato a patto che il suddetto patrimonio, o parte di esso, venga rimesso sul mercato dell’affitto a prezzi calmierati. Banche e assicurazioni riceverebbero questa garanzia a patto, inoltre, che una quota degli immobili sia destinata con canoni simbolici a finalità sociali e di emergenza abitativa, e cioè, in sostanza, vada a integrare quella dotazione a disposizioni degli enti locali che non solo è assolutamente insufficiente, ma che gli stessi enti locali, con i tagli a cui sono sottoposti hanno grandi difficoltà a gestire e mantenere.

2) La proposta di Sinistra Ecologia e Libertà di istituire il reddito di cittadinanza vuole andare incontro anche a tutte quelle situazioni di disagio e di pericolosissima discesa nella povertà in cui possono incorrere cittadini e famiglie che perdendo il lavoro si trovano nella condizione di non poter più pagare l’affitto o il mutuo, trovandosi anche senza casa. Con il reddito di cittadinanza potremo dare un sostegno concreto a queste persone, un sostegno concreto che va ad aggiungersi alle misure richieste dai sindacati inquilini e quelle a cui accennavo al punto uno.

Paolo Soglia – Candidato per Sel alla Camera in Emilia-Romagna

Un pensiero su “Sulla casa, risposta all’appello dei sindacati inquilini

  1. caro Paolo, tutto giusto, ma per affrontare l’emergenza bisogna forzatamente coinvolgere i proprietari delle abitazioni ristabilendo un clima di fiducia. Sono un piccolo proprietario e ho affittato a inquilino canone concordato; la legge – a fronte del calmieramento del canone – prevedeva sgravi fiscali e riduzione prossimi allo zero dell’ICI. Poi è arrivata la crisi e tutte le agevolazioni sono saltate e io sono rimasto col cerino in mano: l’inquilino “gode” di un affitto calmierato il tutto però a mio carico. Purtroppo negli ultimi anni lo Stato (i governi) hanno cambiato le carte in tavola troppe volte rompendo quel patto di fiducia che è alla base del rapporto con i cittadini (vedi anche pensioni, esodati, precari della scuola ecc.). Aggiungo due parole sulla Giustizia: sto subendo le angherie del sistema giudiziario prorpio a causa di una morosità, anzi addirittura di una “fuga” dell’inquilino avvenuta ormai 9 mesi fa. A tutt’oggi il tribunale non ha ancora disposto la chiusura del contratto: l’ultimo rinvio dell’udienza (di tre mesi in tre mesi) era dovuto ad una inadempienza dell’ufficfile giudiziario che ha minacciato il diritto dell’inquilino (assente)…Inutile dire che l’ufficile giudiziario inadempiente non è nemmeno stato richiamato e…e…e io pago (l’avvocato).
    Per chiudere: il tema casa va affrontato di concerto ma su basi fiduciarie e nel rispetto di tutte le parti, partendo da un aggiornamento legislativo…. (campacavallo!!!)

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