“Nuove Resistenze” su Libera Radio

In Emilia-Romagna aveva creato un vero e proprio impero, Nicola “Rocco” Femia, narcotrafficante e boss n’dranghetista di primo piano che dalla provincia di Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero un’intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle video slot manomesse. E sono gli appartenenti, e alcuni fiancheggiatori, dell’associazione a delinquere da lui guidata che figurano nelle 29 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale di Bologna nella imponente operazione “Black Monkey”. Messa a segno questa settimana e condotta anche col supporto di mezzi aerei del Corpo della Sezione Aerea di Rimini, l’operazione ha coinvolto oltre 800 militari di molti Comandi provinciali. L’indagine, iniziata nel 2010, ha preso l’avvio da un episodio di sequestro di persona perpetrato da alcuni componenti del gruppo criminale ed è stata condotta dai finanzieri del Gico di Bologna sotto la direzione dellaDda.

Organizzazione ramificata in tutta Italia

Organico alla “Cosca Mazzaferro” di Marina di Gioiosa Ionica (RC) e poi alla guida di una autonoma struttura criminale, la “Cosca Femia” operante  a Santa Maria del Cedro (CS), il re delle slot machine dell’Emilia-Romagna Nicola Femia si era dal 2002 trasferito a Sant’Agata, in provincia di Ravenna, dove aveva l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Da qui aveva creato un’organizzazione nella quale aveva dato ruoli di rilievo anche ai figli. L’attività investigativa ha consentito di disarticolare un’associazione a delinquere ramificata in tutt’Italia. Era dedita alla diffusione e gestione del gioco on line illegale, attraverso la connessione a siti esteri, generalmente di diritto romeno o britannico, privi delle regolari concessioni e attraverso i quali venivano raccolte giocate per decine di milioni di euro; come pure alla  produzione e alla commercializzazione di apparecchi elettronici video slot, con schede modificate per occultare i reali volumi di gioco e conseguendo un illecito guadagno a danno dello Stato.

“O la smette o gli spariamo in bocca”

In questa intercettazione registrata dai finanzieri, la conversazione tra Femia e Guido Torello, faccendiere recidivo e tra l’altro arrestato nel 2008 per associazione a delinquere, truffa e riciclaggio, in cui si fa riferimento a due articoli apparsi sul quotidiano modenese e firmati da Giovanni Tizian, in relazione agli affari che la malavita riusciva a portare a termine grazie alle slot machine. Gli articoli sottolineavano i legami di Femia con la criminalità organizzata calabrese, generando le ire dell’indagato: Torello, con la frase agghiacciante appena ascoltata, si metteva a disposizione per eliminare il problema. Per gli inquirenti, proprio Nicola Fermia sarebbe all’origine delle minacce subite da Tizian e delle successive misure di protezione personale. Giovanni Tizian vive da oltre un anno sotto scorta. All’indomani della pubblicazione dell’intercettazione abbiamo chiesto a Giovanni il suo stato d’animo, prima di analizzare insieme a lui la portata dell’operazione Black Monkey. Nella trasmissione Nuove Resistenze di sabato 26 gennaio, anche le voci del colonnello Piero Iovino, comandante del nucleo di polizia tributaria di Bologna, e di due candidati dell’Emilia-Romagna alle prossime elezioni politiche, che hanno espresso alcuni spunti dal proprio programma inerenti il contrasto ai cartelli criminali mafiosi: Paolo Soglia, candidato alla Camera per Sel, e Roberto Flaiani, candidato alla Camera per Futuro e Libertà.
Ascolta:
http://liberaradio.rcdc.it/archives/black-monkey-smantella-clan-ndranghetista-in-carcere-gli-autori-delle-gravi-minacce-a-tizian/

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