Il voto Sardo rende banalmente conto del “crimine politico” commesso da Letta (ma avvallato da tutte le correnti PD) alle scorse elezioni.
Lo denunciammo allora, prendendoci insulti vari da militanti piddini che ci accusavano di tradimento: “volete far vincere la destra!” Urlavano allora (si, ciao core…).
In realtà quel crimine, perchè di crimine si tratta seppur politico, non nasceva per caso.
Era talmente assurda e autolesionista la scelta di rompere l’alleanza coi 5 stelle per consegnare il paese ai fascisti che ci sarebbe arrivato anche un bambino, figuriamoci navigati politicanti che stanno nelle stanze del potere da decenni.
Facciamo un passo indietro: dopo due anni di alleanza coi 5 stelle avvallata da innumerevoli elezioni locali Letta rompe improvvisamente con Conte, senza indugi, alla vigilia delle elezioni. Una rottura irrimediabile con annessa scomunica inappellabile per Conte. L’accusa è quella di “Draghicidio”, di cui Letta si intesta immediatamente l’eredità, tanto da dichiarare che la bussola politica del PD è “L’Agenda Draghi”, una sorta di Bibbia neoliberista ricevuta direttamente dalle mani del Messia della finanza mondiale.
La banale quanto scontata contestazione che andando divisi al voto avrebbe significato non la sconfitta, ma la disfatta, non scompone la segreteria del PD che finge che la partita sia tra Letta e Meloni e che il PD possa giocarsela in piena autonomia, Ovviamente non è così, quindi cercano di imbarcare il peggio che c’è in circolazione, dai Calenda ai Renzi, puntando addirittura sul reietto Di Maio per raggranellare qualcosa (ho detto Di Maio… quello di Bibbiano).
Cos’è successo dunque, veramente?
Un complotto atlantista. E’ tempo di guerra in Europa, e non sono accettate defezioni: la fedeltà atlantica deve essere garantita, costi quel che costi, e poco importa se a governare il condominio locale italiano siano i cosiddetti “democratici” o i fascisti convertiti all’atlantismo.
Draghi fin da subito ha posizionato l’Italia sulla portaerei statunitense, tanto che il nostro paese è il più intransigente, sia prima dell’attacco russo sia dopo, nel sostenere le ragioni della guerra, sfidando le iniziali perplessità francesi e tedesche.
Le elezioni però possono scombussolare i piani: Conte e i 5 stelle sono considerati infidi, pacifisti, e vogliono negare le armi all’Ucraina. Visto che la Nato non può permettersi serpi in seno a Letta arriva l’ordine da Washinghton di bruciare i ponti, costi quel che costi, persino la più rovinosa sconfitta della (cosiddetta) sinistra dal dopoguerra.
Le aree reazionarie all’interno del PD che già maldigerivano Conte si mettono immediatamente in moto e i giochi sono presto fatti: Draghi cade per mano di Salvini che si sfila dal campo largo, ma la colpa viene data a Conte, “Il Traditore del Draghismo”, e la sentenza è inappellabile. Da lì al suicidio elettorale è presto fatta.
Il “crimine politico” di Letta e company si tinge poi di infamia quando nella chiamata alle armi elettorale viene giocata la carta della battaglia antifascista.
L’antifascismo non è un abito da indossare per gioco e mero calcolo, è scelta quotidiana, coerenza di pensiero e azione. Ma Letta e soci se ne sbattono: dopo aver aperto le porte di Roma ai fascisti, chiamano il popolo alla battaglia “antifascista” sapendo di portarlo a inevitabile disfatta, con conseguente sconfitta anche dell’intero fronte antifascista, non solo del PD.
Il voto in Sardegna con la vittoria della candidata 5 stelle in alleanza col Pd di Schlein non è altro che la prova provata di questo crimine, di quanto si poteva fare ma non è stato fatto, e non per errore: per volontà politica.
Un “crimine politico” perpetrato in nome dell’atlantismo militante e del neoliberismo.
Considerate però che i nemici sono ancora tutti lì. Adesso sono costretti ad accucciarsi un po’ e a fare complimenti a denti stretti, devono far buon viso a cattivo gioco.
Anche perchè poi in fondo è un’elezione locale di cui a Washington non importa nulla.
Ma quando si farà sul serio la Elly sarà richiamata all’ordine: il nulla cosmico in cui si barcamena sulle guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente, non sarà più sufficiente e i 5 stelle rimangono una forza ostile.
Al fronte atlantico non frega nulla che cada la Meloni o resti in piedi, che governino i democratici o i fascisti. In questo senso sono pragmaticamente “maoisti”: l’importante non è se il gatto è bianco o è nero, l’importante è che prenda i topi.
Peccato che i topi siamo noi.
Paolo Soglia
PS
Quel genio di Macron ha appena annunciato l’idea di creare una forza multinazionale europea che vada a combattere in Ucraina contro la Russia. Il che significherebbe entrare ufficialmente in guerra con la Russia. Questi sono dei pazzi pericolosissimi, che nulla hanno da invidiare ai Putin e ai Netanyahu. Nessun soldato italiano deve essere inviato in Russia (non vi è bastata la lezione dell’Armir nel ’42/43?), nel caso gli atlantisti tentino il colpo di mano bisognerà organizzare la diserzione.